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Blog

2018


I limiti che liberano la reputazione di una brand

·431 parole·3 minuti
Spiegare ad un’azienda l’importanza della cura della propria immagine non è un impegno semplice. Tutti i membri attivi di una complessa macchina aziendale, a prescindere dal ruolo e dalle responsabilità, dovrebbero tenere a cuore la percezione dell’immagine della realtà in cui lavorano, del marchio che rappresentano confrontandosi con l’esterno, della reputazione della propria azienda con clienti, fornitori e terzi: non succede mai.

Fare tardi, un problema che sembra un merito

·477 parole·3 minuti
I nostri uffici chiudono alle 18. Non è un ammonimento ai clienti poco tempestivi, né un manifesto di scarsa produttività: l’azienda ha deciso di chiudere alle 18 perché prima del lavoro, prima dei progetti e delle attività da svolgere, c’è tanto del resto.

Confessioni di un ladro di skills

·379 parole·2 minuti
Sono stato fortunato, lo confesso. Nella mia carriera ho avuto sorte favorevole quando, oramai oltre 15 anni fa, conobbi la figura professionalmente (e fisicamente) ingombrante di Yuri.

Il silenzio degli indisponibili

·384 parole·2 minuti
Il mondo del business è una giungla, va bene. Tutti abbiamo progetti e committenze di varia origine da gestire, svariate priorità e urgenze da soddisfare, decine di relazioni da sostenere e centinaia di notifiche giornaliere da fronteggiare, d’accordo. Ogni mattina la tastiera è un machete e le comunicazioni a cui dare seguito sono arbusti di un sottobosco da cui non sappiamo se per fine giornata ne usciremo vivi, concordo. Però non esageriamo, un minuto per rispondere a quel messaggio lo si trova.

Contro il logorio dell'urgenza moderna

·336 parole·2 minuti
Uno dei termini che con maggior frequenza è presente nelle prime righe delle email che ricevo, soprattutto nelle comunicazioni che arrivano per l’IT, è “urgente”: c’è da fare una modifica urgente, bisogna preparare un documento urgente, inviare una mail urgente, definire una stima urgente, completare una porzione del software urgente e così via, incasellando urgenze dietro altre. Una maledizione.

Consulenza, comunicazione ed empatia

·313 parole·2 minuti
Se provassi per gioco a determinare un valore che identifica l’immagine della nostra agenzia agli occhi dei nostri clienti, credo di potermi sbilanciare confermando che quello che ci rende unici ed individuabili sia la nostra empatia.

I siti web non servono a niente

·439 parole·3 minuti
Non sono ammattito. Dico sul serio: i siti web di presentazione, così come li incrociamo molto spesso online, non servono a nulla. Anzi, aggiungo: arrecano solo danni all’azienda che presentano.

Apple non è un dogma, ditelo a quelli

·394 parole·2 minuti
Ho amato i dispositivi Apple. Ne ho adorato follemente i sistemi operativi. Ho posseduto i primi tre iPhone disponibili sul mercato italiano e diversi Mac (mobili e desktop) per 9 anni. Poi basta. Dal 2012 utilizzo devices Android: il mio primo smartphone Google è stato un Galaxy Nexus. Dal luglio 2016 ho un notebook con Windows 10, un Surface Pro 4 di Microsoft. Ricordo le date degli switch, come i fumatori incalliti ricordano il giorno dell’ultima sigaretta. Ne ricordo le riflessioni che maturarono le decisioni e, non lo nascondo, le ansie per il salto verso l’ignoto. Ricordo, infine, il sospiro di sollievo e la soddisfazione per la scelta. Uscire dalla zona di confort, seppur informatica, procura sempre una certa ambascia.

2017


Leggi, decidi e archivia: gestire bene la posta in arrivo

·589 parole·3 minuti
Qualche settimana fa ho scritto una mail ad un cliente e ho atteso per qualche giorno una sua risposta. La risposta non è arrivata nonostante il messaggio fosse fondamentalmente di suo interesse: gli ho quindi telefonato, gli ho chiesto se l’avesse ricevuta, gli ho chiesto di verificare se era nello SPAM et voilà, eccola lì, era nella posta in entrata ma gli era sfuggita. Gli era sfuggita. Nel 2017.

Tutta l'informazione del mondo non ci rende più informati

·151 parole·1 minuto
Adesso sappiamo che avere a disposizione praticamente tutta l’informazione del mondo non ci rende più informati, né cittadini più responsabili, né esseri più empatici o realmente connessi. Anzi. Infantilizzare i formati per “raggiungere un pubblico più ampio” non fa che distribuire a più persone un’informazione in pillole che ha perduto tutti i suoi nutrienti, ma non crea affatto un maggior numero di persone informate.