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Unconventional

·423 parole·2 minuti

Non ricordo esattamente in quale punto, ma crescendo c’è stato un momento in cui la TV non era più una cosa a casa mia. Abbiamo semplicemente smesso di guardare i programmi TV e basta. Per anni la TV non è stata collegata al cavo, al satellite o all’antenna. Era uno schermo, collegato alle console e a un lettore Blu-ray o DVD. Ma durante questo processo, lentamente sono uscito dalla cultura “mainstream”. Ricordo di aver sentito le persone parlare di programmi televisivi famosi e di non avere la minima idea di cosa stessero parlando. A oggi, ancora non lo so e non ho familiarità con la stragrande maggioranza delle celebrità televisive. Perché la TV non fa parte della mia vita.

La sensazione di allontanamento dalla cultura convenzionale che racconta Manuel nel suo post è la stessa che ho vissuto e che vivo tuttora anche io. Questa stessa percezione di parziale disagio verso le tendenze culturali più tradizionali e popolari è amplificata dalla mancanza di frequentazione dei principali social networks generalisti.

Non soltanto mi mancano film, personaggi, programmi TV, musica e spettacoli pop, ma mi manca tutta una sottocultura – in senso tassonomico e senza pregiudizi – che, nel bene e nel male, accomuna e coinvolge la mia generazione. Sotto questo punto di vista mi sono auto-estromesso da una socialità che universalmente la riconosce, quella cultura, e che giocoforza mi ha reso elitario – anche questa volta, non in senso di privilegio quanto di esclusività.

Non è una cosa positiva. Non lo è per forza, voglio dire: non aver visto tutti i film di Totò, ad esempio, e non conoscere tutti i brani di Pino Daniele dalle mie parti mi rende un lebbroso. Invidio fortemente chi riesce ad avere sempre argomenti, di qualsiasi tipo e da trattare con chiunque, ma a me, nonostante questo, la mia ignoranza piace.

Mi piace perché, tutto sommato, molti film, personaggi, programmi TV, musica e spettacoli pop a me, detto tra noi, li approfondirei con tutt’altro che partecipazione: non avere la TV, non ascoltare la radio, non frequentale i social networks sotto questo punto di vista mi tutela.

Sono ignorante in senso letterale, ignoro tantissime cose e non me ne vergogno. Anzi, apprezzo e valuto positivamente le occasioni in cui posso impararne di nuove, e mi fa molto piacere quando qualcuna di queste mi stimola, e me ne fa molto di più quando qualcuna di queste mi allontana, perché significa che, tutto sommato, aver tenuto spenta quella TV da ragazzo mi ha reso quello che sono, unconventional e non mainstream.