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  1. Come la penso/

Sulle azioni e sulle reazioni

·251 parole·2 minuti

Se eserciti una certa forza verso qualcuno, aspettati in reazione una forza quanto meno di pari entità nei tuoi confronti. Parafrasando la terza legge di Newton, «a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria». Riportando il tutto su un piano meno filosofico e più terreno, potrei dire che è assolutamente stupido non immaginare che a un’azione corrisponderanno sempre delle conseguenze di pari o maggiore intensità.

È per questo che le azioni, soprattutto in ambito professionale, vanno ponderate. Ho imparato a mie spese a sedimentare, ad accantonare, a misurare per poi reagire. Non è sempre possibile, è chiaro, non si può star fermi a lungo. Ma prima di muoversi, meglio guardare a destra a sinistra, assicurarsi di non pestare merde al prossimo passo e verificare che più avanti, all’incrocio dietro l’angolo, la strada sia effettivamente libera da ingorghi.

Agire di pancia rischia di trasformare una istanza corretta in un boomerang. Ti espone a conseguenze impreviste. Ti compromette, se lo fai di impulso. E poi devi metterti a incollare cocci di una condotta che si è spaccata sperando che non ne sia andato perso nessuno. Sbagli sempre, a meno di colpi di fortuna. Sarai poi costretto a correggere, perdendo in fiducia, autorevolezza e controllo.

Conta fino a dieci. Anche fino a cento, se puoi. Agisci nei tempi e nei modi corretti, immaginando gli scenari e le reazioni. Aspettati di trovare sempre una porta chiusa contro la quale sbattere il muso, perché nessuno vorrà farti mai passare gratis. E rifletti, prima di agire.