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Piccolo piccolo RSS

·450 parole·3 minuti

Non ero mai inciampato nel ricordo  dell’uccisione di  Google Reader da parte di Google, e da allora sono passati sei anni. Da quel momento ho usato e mi sono adagiato ad usare  Feedly per la mia collezione di fonti RSS, senza mai scavarci buche attorno e cercare valide alternative, d’altronde rare come l’oro. Ci ho pensato quando, a fine luglio,  in questo post Gustomela ha sottolineato il tempo trascorso dalla scellerata decisione di Google, ha segnalato gli enormi difetti di Feedly relativi all’aggiornamento di fonti meno preziose o popolari (per evidenti motivazioni commerciali) e ha condiviso la sua decisione di utilizzare  Inoreader.

Avevo anch’io fatto caso al ritardo della pubblicazione di post provenienti da «fonti sfigate», ma non ne avevo mai fatto una questione. Fino ad allora.

Oggi per avere la velocità e la versatilità di GReader devi pagare un abbonamento. Ci aggiungono mille altre inutilità per far apparire il servizio più appetibile, ma in realtà quello che serve (o insomma, quello che interessa) è l’update in real time, e questo, in maniera completa, ad oggi, non lo offre a costo zero nessuno.

Nell’immediato ho provato a seguirla usando Inoreader, ma pur cambiando la piattaforma e riducendo il gap tra la pubblicazione dei post di blog semi-sconosciuti e l’aggiornamento del mio feed, in quei pochi giorni ho sentito una strana sensazione di angoscia: ho iniziato a percepire che i miei feed, il flusso degli aggiornamenti di blog, magazine o quotidiani che seguo oramai da una vita e che aggiorno e manutengo in maniera sufficientemente scrupolosa, erano in pericolo. Cambiavo le applicazioni, cambiavo la piattaforma, cambiavano i difetti e i miei feed continuavano ad essere gestiti da qualcun altro. Era diventato improvvisamente un problema.

Ma se la scimmia mi diceva che avevo bisogno del pieno controllo delle mie fonti e dei flussi di aggiornamento di post e articoli, scegliere come visualizzarli, archiviarli e backupparli, dovevo assecondarla. E l’unica soluzione era optare per un reader self-hosted. Mamma mia però che sbattimento: no. No dai, grazie. Davvero.

Ma certi tarli, alla fine, non li silenzi facendo finta di niente. E quindi l’ho fatto. Ho installato su un mio server  Tiny Tiny RSS, un news feed web-based gratuito e open source. In pochi minuti, senza particolari arzigogoli tecnici e con un po’ di adattamento estetico, qualche plugin aggiuntivo (per ottenere tutto il contenuto di un post automaticamente, o per leggerlo via API) e delle buone app di lettura ( Readably su Android,  FeedReader su Linux), ho soppresso la mia ansia.

Ora i miei feed sono gestiti su una mia macchina, sicura e backuppata tutti i giorni, in un database facilmente leggibile e condivisibile, senza pubblicità né latenze di aggiornamento.

Rilassato, posso tornare a leggere.