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Lasciateci in pace

·341 parole·2 minuti

Fino a qualche anno fa mi appassionava la fotografia. Non che ora non mi affascini, ma ai tempi avevo la mia reflex, i miei obiettivi, i miei accessori, il mio account pro di Flickr e facevo i miei viaggi e le mie uscite fotografiche fotografando nei miei scatti, tra le cose, facce e pose che non erano mie, ma di altre e di altri catturati per strada.

Le mie immagini hanno raramente raggiunto numeri di visualizzazioni superiori i due zeri e oggi online non c’è praticamente più niente, ma mi sento comunque coinvolto a leggere di come produttori di contenuti con enorme seguito su popolari social network  riprendano con nonchalance sconosciuti in strada e ne facciano video virali per i loro canali da influencers, anche quando le persone si rifiutano di partecipare alle loro creazioni.

Non si può fare, non si deve fare, è tutt’altro che etico, ma si fa. Esistono leggi e regolamenti per difendere la propria immagine e la propria privacy, ma infilare immagini di inconsapevoli sconosciuti nei video e nelle fotografie non ha mai fermato nessun creativo.

Il GDPR contiene un’eccezione – detta “household exemption” – che permette di fotografare o riprendere sconosciuti che si trovano in luoghi pubblici se viene fatto a fini personali e se si intende mostrare quella foto in privato soltanto ad amici e familiari, per esempio un’immagine scattata davanti alla Tour Eiffel affollata di turisti. La “household exemption”, però, non si estende ai contenuti pubblicati sui social network, che per loro natura saranno visti da un numero indistinto di persone. […] Esistono naturalmente altri diritti da controbilanciare: le persone che partecipano a concerti, proteste o altre manifestazioni pubbliche – eventi che è ragionevole pensare saranno riprese o raccontate dai media – possono apparire in televisione o sui giornali senza che venga chiesto loro il consenso, in base al diritto di cronaca e di informazione.

Nel 1890 nasceva la difesa del “Diritto di essere lasciati in pace”: oggi, che anche stare in pace non è più un diritto, questo post mi serva da monito.