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Vita sana con tecnologia sana

·552 parole·3 minuti

Al netto di tutti i benefici a cui ci ha abituati la tecnologia, di cui sono laicamente entusiasta, porsi riflessioni sull’indirizzo che stiamo prendendo è di certo il miglior modo per tenere alta l’attenzione sulle storture e sui lati negativi di questa rivoluzione stupenda che, nel bene e nel male, ha cambiato irrimediabilmente il destino del genere umano.

Capire che «stiamo creando la malattia e la chiamiamo cura», soffermarsi su questo e su altri concetti che Jonathan Safran Foer espone in una lectio magistralis pubblicata su La Stampa, ci pone nella condizione di provare a far aderire temi così coinvolgenti alla nostra vita, e di valutare se effettivamente della tecnologia siamo fruitori, succubi o addirittura vittime.

Cito e riporto i punti che ho trovato più importanti, per condivisione e memoria.

Dare senso al passare del tempo:

La società tecnologica ci ha portato a credere che anche il nostro tempo non sia altro che una materia prima per creare nuove forme di materia. La società tecnologica ha trasformato un diritto di nascita - dare senso al passare del tempo - in un bene di cui solo chi è ricco di suo riesce a godere regolarmente, e spesso neppure. Abbiamo prodotto lo svago ma non il tempo libero, e lo svago serve solo a predisporci e ricarburarci per il lavoro.

Il potere delle nostre generazioni:

Gli esseri umani di questa generazione sono collettivamente più potenti di qualsiasi specie e generazione mai conosciuta sulla Terra. Nell’accrescere il potere umano sul resto del mondo naturale, il progresso è davvero innegabile e decisivo. Ma, nella dimensione individuale in cui viviamo effettivamente la nostra vita, la maggior parte degli esseri umani ha un potere maggiore?

Difficoltà nel rapportarsi col mondo:

È più facile dare l’amicizia a qualcuno che essere amico di qualcuno. È più facile mettere un like alle cose che amarle. La domanda è: è meglio? Può darsi che non tutte le cose difficili siano da evitare? Può darsi che alcune vadano cercate? Essere una persona che s’impegna profondamente con gli altri, che ama profondamente ed è profondamente amato è più difficile. Vivere con originalità, invece che in base a parametri fissi, riduzionisti, stabiliti dalle multinazionali, è più difficile? Comprare quello che ci vendono è facile. Più difficile è sottrarci dall’avallare chi siamo e invece esplorare il mondo, cercare il caso fortuito, cercare l’inaspettato e il nuovo.

Le nostre esigenze:

Crediamo che le tecnologie soddisfino le nostre esigenze, ma oggi si può dire con altrettanta precisione che le tecnologie sfruttano le nostre esigenze, le nostre paure e le nostre speranze per ogni altro genere di finalità. Si stanno creando bisogni più in fretta degli appagamenti.

Io resto un convinto sostenitore dell’impiego della tecnologia nella vita quotidiana. Ho letto l’articolo da un sito web, sto scrivendo un post da uno smartphone e lo correggerò da un dispositivo più grande; lo caricherò sul mio blog con un complesso meccanismo di controllo di versione del file, generazione di pagine e pubblicazione. Non posso non considerarla o simularne indifferenza.

Sosteniamo la tecnologia allontanandoci dai dogmi; alimentiamo la nostra capacità di critica con fonti affidabili, attendibili e autorevoli; limitiamo il tempo dedicato alle tecnologie di distrazione provando a migliorare le relazioni che, a causa di chi ne produce per profitto, sono diventate malattia; conduciamo vite più sane e analogiche, per quanto possibile.