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Possibilità persa

·197 parole·1 minuto

Capita spesso che la mia euforia nell’adottare di corsa un nuovo prodotto software venga stroncata entro poco tempo concludendo irrefrenabilmente contro il durissimo muro di una forte delusione. È il caso di Arc, che è diventato Max.

La scorsa settimana The Browser Company ha presentato Arc Max, una modalità di utilizzo del browser che promette una forte integrazione con le intelligenze artificiali. Secondo la società, Max agevola le ricerche, risponde direttamente alle domande dell’utente, rinomina le tab e i file scaricati, sintetizza le pagine web e integra comodamente ChatGPT nella barra di ricerca. Usarla è un incentivo ma non un obbligo, l’opzione è attivabile volontariamente e di default spenta, per fortuna.

Per fare tutte queste cose automagiche, il browser deve inviare i nostri dati ai loro partner OpenAI o Anthropic, al momento. Tutto descritto, diligentemente, nella loro privacy policy.

Potrei scegliere di restare al minimo indispensabile e usare Arc come ho fatto sinora, ma onestamente il percorso che l’azienda ha intrapreso non mi è piaciuto, non lo trovo utile – per il sottoscritto – e non intendo favorirlo. Sono così tornato alle soluzioni precedenti, relegando Arc nella cartella “è stato bello finché è durato” dei miei dispositivi.