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Il criptovalore della privacy

·249 parole·2 minuti

Facebook sapeva che le persone non si sarebbero fidate se avesse gestito in autonomia la criptovaluta che avrebbero usato, e voleva un aiuto per stimolarne l’adozione. Così il social network ha reclutato i membri fondatori dell’Associazione Libra, una no-profit che sovrintende lo sviluppo del token, la riserva dei beni reali che le danno valore e le regole di governance della blockchain.

Facebook ha lanciato la propria criptovaluta con il supporto di partner d’eccellenza (VISA, Mastercard, Uber, Vodafone, Spotify, Paypal, Ebay e tanti altri) e creando un’organizzazione indipendente con base in Svizzera. Zuckerberg  non è attendibile in tema di privacy e sicurezza, e quando si parla di soldi un minimo di credibilità è necessaria: se non si muoveva in questo modo, probabilmente in pochi lo avrebbero preso sul serio.

Libra - è il nome della valuta elettronica - sarà stabile e agganciata al dollaro, integrata in Messenger, WhatsApp e altre applicazioni, godrà di un proprio portafoglio virtuale con un’utenza indipendente, e non condividerà i dati con Facebook.  Tranne casi limitati.

Di default, Facebook non importa i tuoi contatti o nessuna informazione del tuo profilo ma potrebbe chiederti di farlo. Inoltre non condividerà i dati delle tue transazioni su Facebook, quindi non verranno usati per targettizzarti con la pubblicità, riclassificare il tuo News Feed o altri metodi che permettano a Facebook di guadagnare in maniera diretta. I dati saranno condivisi sono in casi specifici in modo anonimo per misurarne l’adozione e fare ricerca.

Voi li affidereste i vostri risparmi a Zuckerberg?