Pretese #03
Status Qui Quo Qua #
Disney, secondo Jeanna Kadlec, ha un problema con le principesse: è ossessionata dal potere. Mentre ha fatto parziali passi avanti su diritti ed emancipazione (per quanto i personaggi femminili sono palesemente eterosessuali, nonostante sprazzi di omosessualità repressa di tanto in tanto), resta sempre l’obiettivo di far affermare alle sue eroine la propria appartenenza monarchica e di conservare lo status quo: le sue principesse operano sempre al servizio dell’impero. Dov’è lo spazio per le persone ai margini?
Social RSS #
Se scrivo Pretese è anche a causa di quello che sta succedendo su Twitter e, di conseguenza, di quello che sto trovando su Mastodon: portate pazienza se ne parlo e ne parlerò ancora. Ho scoperto che è possibile seguire direttamente il feed RSS di un account aggiungendo l’estensione .rss
all’URL. Per me è una cosa spettacolare, per quanto molto nerd.
Esempio: https://mastodon.uno/@senzapretese.rss
New reader #
A proposito di feed RSS, che per la mia dieta mediatica fondamentali: seguo diverse fonti, dai siti di notizie ai blog tecnici, blog personali e tanto altro ancora. Ho usato Google Reader come aggregatore a suo tempo, poi Feedly, TinyTiny RSS, Inoreader come servizi di aggregazione: quest’anno ho deciso di attivare un abbonamento annuale con FeedbBin. Oltre ai feed mi permette di seguire anche siti web, newsletter e tweet.
Insomma, sia per estetica che per funzionalità, mi pare al momento la migliore soluzione io abbia mai usato, prima della prossima che userò. Intanto, su iOS, continuo a scegliere Reeder come applicazione di lettura per le funzionalità aggiuntive che offre.
No money, no assistant #
Alexa non sta facendo soldi, la divisione che la comprende insieme a Prime Video ha perso tre miliardi di dollari nel Q1/22: pare che Amazon si sia stancata di bruciare denaro. Tutti i piani per monetizzarci hanno fallito e dall’interno c’è chi parla di opportunità sprecata. Google è messa in situazioni simili con a Assistant: è difficile capitalizzare con i semplici comandi vocali che vengono dettati dai consumatori. Apple ha abbandonato il suo dispositivo più costoso ma sul mercato ci sono ancora speaker più piccoli dal prezzo almeno quattro volte superiore alla concorrenza – cosa che rende Siri evidentemente più sostenibile – ma non è sufficiente. Tutte stanno trovando una modalità per portare gli annunci nel proprio assistente artificiale.
La relazione che si instaura – passatemene la logica – con un assiste vocale non contemplerebbe con serenità l’idea che lo stesso ci interrompa per proporci pubblicità a prodotti, servizi o luoghi da visitare. Si romperebbe la magia, come lo sguardo in camera che buca lo schermo, come Oliver Hardy ma senza la poesia.
E quindi, quale futuro si prospetta per gli home assistant? Non esiste una direzione chiara: l’hardware non è redditizio e quindi, a meno di puntare solo su dispositivi costosi, nessuno si espone.
Non lo credo, ma l’impressione è che si proceda dritti verso il silenzio.