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Bel lavorare

·324 parole·2 minuti

Da qualche tempo son tornato a lavorare con un Mac, con crescente soddisfazione in termini di produttività, e a non usare più un PC con Windows. Al netto della poca praticità e del dover riadattare il mio workflow a macOS dopo 15 anni tra Linux (Gnome) e Windows, ma è una cosa che si risolve brevemente e in una volta sola, devo giocoforza evidenziare che le sorprese positive sono parecchie. Saranno cose scontate e confermeranno l’ovvio, ma vale la pena lasciarne traccia.

  1. Il MacBook Air M1 col quale sto lavorando adesso, che ha 8 GB di RAM, è decisamente all’altezza del Lenovo X1 Carbon col quale stavo lavorando fino a qualche giorno fa e che è carrozzato con ben 32 GB di RAM, sia in termini di reattività che di fluidità.

  2. La silenziosità del dispositivo è allucinante. Ti stordisce. Mai un sospiro. Non me ne rendevo conto, ma mi ero assuefatto a un computer che sbuffava di continuo.

  3. Ho fatto una trasferta e in due giorni non ho avuto esigenza di metterlo in carica: son rientrato che avevo ancora il 40% di disponibilità. Vero è che ho fatto parecchie riunioni e non l’ho usato tantissimo, ma sono certo che in condizioni normali l’avrei caricato al più una volta. Con l’X1 a volte mi capita di dover fare un rabbocco perché lasciato acceso durante una notte in hotel.

  4. I tool. Le applicazioni piccole1 che fanno cose ben definite, una per volta, e che la fanno bene: sono favolose. Alcune ho dovuto installarle per compensare a delle mancanze del sistema – almeno rispetto a Windows 11 Pro – ma, in linea generale, migliorano tantissimo l’esperienza di lavoro. Ce ne sono tantissime e tutte molto utili e ben fatte.

  5. L’armonia e l’ordine tra iPhone, MacBook, iPad, AirPods eccetera – senza cadere nel dubbio ecosistemico – è un prodigio.

Avevo dimenticato quanto era bello lavorarci.


  1. farò un elenco di quelle che sto usando: se hai da suggerirne, scrivimi. ↩︎