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Ciao Things 3, au revoir Todoist

·778 parole·4 minuti

Nell’elencare la lista delle applicazioni che uso, ho scritto che sono un utente pro di Todoist da diversi anni e che, sottintendendolo, non ne posso fare a meno. Ma io sono sempre stato agnostico sulle cose di tecnologia, e sono uno curioso, perciò mi piace provare altre cose e testarle e magari cambiare idea, se è il caso. Non ho fatto quindi in tempo a pubblicare il post che, intanto, avevo già scaricato e stavo sperimentando la versione di prova di Things 3. Da qualche giorno è la mia app predefinita per la gestione delle attività.

Non voglio trarre conclusioni né sentenziare su quale delle due sia la migliore, perché assolvono a due compiti complementari ma con approcci differenti, e poi non ne sarei capace. Voglio provare però a mettere in fila i punti di forza e le motivazioni che mi hanno spinto a scegliere Things 3, oggi, e lasciare da parte Todoist.

  1. Integrazione con Promemoria. Uso molto i reminder di Apple, soprattutto quando chiedo a Siri di ricordarmi delle cose da fare. Things mi permette di raccoglierli nella Inbox e di scegliere se integrarli nella mia lista o se lasciarli su Promemoria. Per me è decisamente un must-have: concentro le mie richieste vocali in un solo punto e poi le smisto su Things nei progetti e con i tag che ritengo opportuni.

  2. Integrazione col calendario del Mac. Con Todoist ho fatto un po’ di accrocchi tra Zapier e IFTTT per trasformare meeting e appuntamenti personali e di lavoro in task. È un sistema che funziona ma che ha i suoi limiti (se cambio la data di un appuntamento, ad esempio, non viene aggiornato il relativo task). Things si integra direttamente col Calendario, si porta in grembo tutto quello che c’è sincronizzato e posso consultarlo direttamente nella mia lista di cose da fare. Per me che passo le giornate tra videocall e sale riunioni, è una manna dal cielo.

  3. Pagamento una-tantum. Things 3 costa, e non costa poco se scaricato su macOS, iOS e iPadOS: ma la somma del prezzo di tutte le versioni di Things costano quanto due annualità di Todoist. E basta. Facendo un po’ di conti e vista la portata dei miglioramenti nella gestione del mio lavoro, ne vale la pena.

  4. Integrazione col Mac. Things è un’applicazione dedicata esclusivamente ai SO Apple. Non ha versioni web, non ha versioni per Windows né per Android. È un limite, me ne rendo conto, ma è un limite che – al momento in cui scrivo, per lo meno – a me non interessa superare. Oggi ho solo dispositivi Apple e posso quindi fare questa scelta. Diversamente, mi rendo conto, non avrei potuto.

  5. Estetica. Per quanto mi piaccia anche Todoist che col tempo è pure migliorata parecchio, l’eleganza di Things integrata totalmente nel mio sistema, devo dire, la rende molto godibile.

  6. Scadenze. Una cosa piccola, come una data aggiuntiva, che oltre a quando bisogna fare un’attività ti segnala anche entro quando, sembra miracolosa. In Todoist sono costretto a inserire la data di scadenza nelle note, Things te la fa inserire e te la evidenzia.

C’è da considerare, inoltre, che io uso la mia to-do list:

  • da solo, non in team (per quello uso altro);
  • col metodo GTD, catturo tutto nella mia Inbox e poi organizzo;
  • molto in mobilità e facendo molte richieste vocali al mio Watch o in auto;
  • avendola sempre davanti agli occhi e a portata di schermo, come strumento fondamentale, oltre che primario, della mia giornata lavorativa.

Ci sono cose, invece, che di Todoist mi mancano. Alcune sono intrinseche della modalità con cui è scritto e pazienza, altre invece sono cose serenamente integrabili e che potrebbero arrivare, se volessero.

  1. Il riconoscimento di date, task e label nel testo. Scrivere un task e aggiungere una data, assegnarla a un progetto con un cancelletto e aggiungere uno o più tag con delle chiocciole è comodissimo. Su Things ti muovi con tab (o con delle shorcuts) ed è facile lo stesso, ma non è la stessa cosa.

  2. La condivisione da browser. Essendo web-based, Todoist ha estensioni per tutti i browser. Things ha un helper che gira su Mac ma, devo dire, non sempre riesce a catturare correttamente quello che ho nella finestra in primo piano.

  3. L’upload di allegati. Per le cose a lungo termine mi capita di caricare nel task anche eventuali note o allegati, così da avere tutto sotto mano il giorno in cui dovrò lavorarci: Things non permette di aggiungere allegati. È un grosso limite a cui mi sto costringendo, e che dovrò rivedere in qualche modo.

È la scelta definitiva? Cambierò ancora? Non lo so. Per adesso mi trovo bene, a mio agio e produttivo. Per adesso.