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Apple non è un dogma, ditelo a quelli

·394 parole·2 minuti

Ho amato i dispositivi Apple. Ne ho adorato follemente i sistemi operativi. Ho posseduto i primi tre iPhone disponibili sul mercato italiano e diversi Mac (mobili e desktop) per 9 anni. Poi basta. Dal 2012 utilizzo devices Android: il mio primo smartphone Google è stato un Galaxy Nexus. Dal luglio 2016 ho un notebook con Windows 10, un Surface Pro 4 di Microsoft. Ricordo le date degli switch, come i fumatori incalliti ricordano il giorno dell’ultima sigaretta. Ne ricordo le riflessioni che maturarono le decisioni e, non lo nascondo, le ansie per il salto verso l’ignoto. Ricordo, infine, il sospiro di sollievo e la soddisfazione per la scelta. Uscire dalla zona di confort, seppur informatica, procura sempre una certa ambascia.

La motivazione principale che mi ha spinto, ogni volta, verso qualcosa di diverso da Apple è stata anzitutto la curiosità. Google prima, Microsoft poi, introdussero innovazioni ai propri sistemi che la Apple, al confronto, ti faceva sentire come a cena con la zia zitellaBored. Tutto piatto, statico, lento, sia dal punto di vista hardware che, soprattutto, software. Ognuno a priorio modo, ognuno con i propri errori, hanno saputo offrire quella freschezza tecnica, estetica e funzionale che in iOS (nel 2012) e in Mac OS X (un anno e mezzo fa) avevano ucciso. I dettagli sarebbero da discutere singolarmente ma, in entrambi i casi, sono convinto di aver scelto quello che, in quel momento, era il miglior sistema che poteva venirmi offerto per il tipo di utilizzo che ne facevo.

Amavo Apple, amavo i suoi prodotti, ma non ne sono mai stato un chierichetto. Ne ho difeso le scelte quando teorizzavo fossero corrette, le ho aggredite quando le rifiutavo, vi ho rinunciato quando ho creduto che ci fosse di meglio. Senza paraocchi: oggi Apple non ha, per il sottoscritto, i migliori sistemi operativi e sull’hardware affanna. Questo non vuol dire che non possa riprendersi la testa della corsa in futuro, e nemmeno che io non torni ad usarli: ma per adesso sta dietro e pare arrancare.

Non credo nelle religioni e preferisco applicare la ragione alla fede cieca. E sono un informatico per cultura, formazione e professione; mi piace la tecnologia, mi piace informarmene, discuterne, viverne. Applico agli strumenti, ai software, alle metodologie, agli approcci informatici lo stesso giudizio che destino alla vita di tutti i giorni: niente dogmi. E Apple non è un’assioma.