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La noia gentile

·250 parole·2 minuti

I meccanismi del cervello umano sono più che un po’ sconcertanti. Come possiamo essere così ingegnosi in alcune attività e così incompetenti in altre? Beethoven scrisse quel capolavoro che è la Nona sinfonia nonostante la sordità, ma non ci stupiremmo se qualcuno ci dicesse che lasciava spesso fuori posto le chiavi di casa. Come è possibile che gli individui siano al contempo così intelligenti e così stupidi?

Nel mio ultimo viaggio in treno ver verso Milano ho terminato la lettura di Nudge, la spinta gentile di Richard T. Thaler e Cass R. Sunstein. Il concetto che sta dietro al libro è semplice: se non supporti le persone nel prendere decisioni attraverso leggere spinte o, come le chiamano, pungolature, queste non cambiano atteggiamento verso il mondo che le circonda (su finanza, alimentazione, salute, risparmio, ambiente e via dicendo), continuando a perseverare gli stessi errori. Le spinte si possono applicare favorendo il libero arbitrio ma indirizzando delle scelte di default che favoriscano le direzioni da intraprendere — e che, in teoria, sarebbero migliori del non scegliere o del demandare totalmente la scelta.

La teoria è semplice e tutto sommato non è fuori dal mondo, ci può stare, ma il libro ripete questo semplice concetto troppe volte, trasformandolo in un mantra e applicandolo in ambiti diversi che alla fine, in onestà, diventa una noia mortale.

Complice anche l’essere un po’ datato, troppo paternalistico e strettamente legato a logiche più vicine alla società statunitense, ho saltato diversi contenuti.

Insomma: buona l’idea, soporifera la soluzione.