Guardo poca TV, lo dico spesso, e quando la guardo lo faccio solamente per film o serie in streaming. Molto spesso, quasi sempre, sono costretto ad attivare i sottotitoli per risolvere un problema che affligge il mio televisore dal 2012: l’audio dei dialoghi.
Ascolto così tanti podcast che a fine luglio, al rientro da qualche giorno di vacanza, ne avevo accumulate decine di puntate che ad ascoltarle tutte c’avrei messo almeno due giorni di fila senza dormire.
Prendere decisioni è stancante. Farlo continuamente, assumersene la responsabilità, valutarle e contestualizzarle, pesarle e correggerle è logorante e, alla lunga, corrode la qualità delle scelte intraprese
Chiedere scusa, chiedere scusa con sincerità comprendendo il proprio errore e correggendo per il futuro i propri comportamenti, è difficile ma non impossibile e, generalmente, restituisce più benefici che costi.
Non mi piacciono gli stereotipi, positivi o negativi che siano. Non mi piacciono gli stereotipi su Napoli, poi, in particolare, che rispetto a qualsiasi altro stereotipo sono sempre i più esagerati, coloriti e urlati.
Negli ultimi giorni sono riuscito a mettere un po’ a posto il blog e a terminare alcune pagine che volevo pubblicare da tempo. Non è tutto finito né definito, ma più o meno c’è quello che volevo.
Elon Musk dimostra, come se ce ne fosse ancora bisogno, di essere un adulto solo all’apparenza e di avere comportamenti terribilmente infantili, immaturi e irresponsabili.
L’iPhone, il mio iPhone 13 Pro vive costantemente avvolto in una cover protettiva. Si tratta di una cover di qualità, prodotta da un marchio che orgogliosamente progetta in Califonia e che favorevolmente produce in Corea del Sud, che preserva lo smartphone e che senza modestia lo imbruttisce all’inverosimile.