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Contro il logorio dell'urgenza moderna

·336 parole·2 minuti

Uno dei termini che con maggior frequenza è presente nelle prime righe delle email che ricevo, soprattutto nelle comunicazioni che arrivano per l’IT, è “urgente”: c’è da fare una modifica urgente, bisogna preparare un documento urgente, inviare una mail urgente, definire una stima urgente, completare una porzione del software urgente e così via, incasellando urgenze dietro altre. Una maledizione.

Le urgenze dei nostri committenti però non sempre corrispondono alle nostre. Se per un cliente una cosa è urgente per noi vuol dire: fermiamo tutto ed occupiamocene. Poi, una volta completato il task, quell’attività smarrisce la priorità embrionale e agli occhi di chi l’ha richiesta perde quella necessità vitale che ci aveva trasferito. Non è più urgente, ma intanto grazie.

Lavorare in urgenza, soprattutto nella realizzazione di software - ma posso serenamente estendere il discorso a qualsiasi altra mansione - è controproducente per tutti: per il dipendente che si troverà a dover gestire un’incombenza con un livello di stress mal giustificato; per il cliente che, speranzoso di miracolo, si produrrà in un logorio che a lungo andare rischierà di usurare il rapporto di partnership aziendale; per il prodotto o servizio da rilasciare, che subirà le approssimazioni dovute alla fretta e non beneficerà delle migliori attenzioni prevedibili previa corretta progettualità.

Infine, tra le altre cose, l’urgenza poco ragionevole riduce inevitabilmente la fiducia nei confronti di chi tampina: sarà realmente urgente, questa volta? Useranno questa nuova feature? Leggeranno questa email? Lanceranno il servizio nei tempi che prodigiosamente siamo riusciti a rispettare? Molto spesso la risposta è no, secca. Cosa che trasforma tutte le successive urgenze in un “A lupo! A lupo!” di esopiano ricordo.

La progettualità, l’organizzazione e un’adeguata dose di attenzione in fase di pianificazione, correlati ad un appropriato investimento in risorse, evitano evidentemente di rincorrersi in periodi di urgenza, migliorando la qualità del prodotto o del servizio, delle relazioni con i partner e della salute di chi si occupa dell’attività.

E soprattutto consentono di dare effettivo peso alle urgenze reali che quelle, lo sappiamo, non scompariranno mai.