La parola scritta non è più una caratteristica esclusiva degli esseri umani. Da questo momento in poi tutto quello che leggiamo potrebbe essere stato scritto da persone, da una intelligenza artificiale o dalle due, collaborando. Articoli, recensioni, annunci, pubblicità, racconti: non esiste più la certezza che ciò che leggiamo sia stato scritto da qualcuno in carne e ossa. Se ci riflettiamo un attimo, è un concetto dirompente.
Lo scaricabarile – pass the buck, che in inglese si riferisce a una giocata nel poker –, una volta arrivato alla sua scrivania, si fermava. In quell’ufficio, in quella postazione, le decisioni venivano prese: chi vi sedeva se ne assumeva pienamente le responsabilità e non le passava ad altri.
Se nove vittime su dieci sono civili, però, non è più normale. Non è più la stessa guerra, non si dovrebbe nemmeno chiamarla tale. Una follia la guerra contro i civili, un incubo. Ma quello era un caso specifico - avevo concluso -, unico e irripetibile. Una cosa che succedeva solo in Afghanistan.
I bambini e le bambine dovrebbero studiare i sistemi e le logiche su cui si baseranno le tecnologie future, e non tanto quelle oggi. Circa la metà dei lavori attuali, soprattutto quelli di routine, verranno eliminati o automatizzati nei prossimi 20 anni: in un mondo che evolve e cambia in maniera così rapida, dovremmo quindi insegnare loro le capacità di imparare, di adattarsi, di progettare, di analizzare, di empatizzare.
Scrivere a mano migliora la nostra “memoria corporea”, permette di sentire carta e penna, di dirigere il movimento della mano con il pensiero. Consente una libertà grafica maggiore della tastiera, di migliorare la calligrafia e di conservare le cancellazioni – nel bene e nel male. I bambini, scrivendo a mano, imparano di più e meglio.